Psicopedagogista

Essere genitori di adolescenti innamorati

Coppia di adolescenti innamorati
Accompagnare i figli e le figlie nelle prime esperienze di amore adolescenziale può essere sfidante per i genitori. Tuttavia è anche l’occasione per mettere in gioco nuove dimensioni affettive e relazionali.

Essere genitore di un adolescente non è facile. I cambiamenti che ne trasformano il corpo, la mente e le relazioni attraversano, e talvolta, travolgono con intensità i ragazzi e le ragazze così come i loro genitori che spesso non li riconoscono più.

Indice

L’innamoramento e le prime esperienze di coppia

Tra le nuove esperienze che contraddistinguono l’adolescenza ci sono sicuramente quella dell’innamoramento e delle prime relazioni sentimentali. Sebbene raramente si trasformino in legami stabili che permangono nell’età adulta, esse contribuiscono in modo importante allo sviluppo dei ragazzi e delle ragazze, impattano fortemente sulla definizione identitaria e influenzano la qualità delle relazioni successive.

Già nella fase della preadolescenza, lo sviluppo puberale innesca un interesse nuovo per le questioni romantiche: i ragazzi e le ragazze sviluppano le prime fantasie interne sulle relazioni sentimentali, iniziano a partecipare a gruppi misti per genere e avviano amicizie anche con persone dell’altro sesso. A partire dalla scuola secondaria di secondo grado inizia generalmente l’esplorazione vera e propria dell’esperienza romantica, ancora per lo più all’interno di un gruppo di pari. Infine è nella tarda adolescenza, tra i 18 e i 20 anni, che tendono a svilupparsi relazioni sentimentali dove il legame tra i partner è più forte di quello con il gruppo dei pari, anche in termini di tempo e di investimento.

E i genitori?

I cambiamenti tipici del periodo adolescenziale possono dar vita ad un senso di disorientamento nei genitori che non riconoscono più nei nuovi comportamenti del figlio o della figlia adolescente il bambino o la bambina che hanno cresciuto fino a quel momento. Quando poi iniziano ad esserci i primi innamoramenti e le prime esperienze di coppia, può sopraggiungere un senso di perdita, nel rendersi conto che la relazione fino a quel momento così preziosa e vitale per il figlio, sia passata decisamente in secondo piano e sia mutata profondamente, diventando talvolta conflittuale e dolorosa.

Può accadere che i genitori pensino di aver sbagliato le proposte educative fatte oppure che si sentano inutili e “vecchi”. Il momento dell’incontro del figlio adolescente con l’amore può essere invece l’occasione per mettere in gioco nuove dimensione affettive e relazionali.

Come accompagnare i figli adolescenti che vivono una relazione di coppia?

Ricordare le proprie esperienze da adolescenti

Per mantenere una buona relazione educativa con i figli e le figlie adolescenti, i genitori possono innanzitutto richiamare alla memoria le proprie esperienze adolescenziali, in particolare i ricordi e le emozioni collegati agli amori vissuti o desiderati in quella fase della loro vita. Sarà più facile in questo modo mettersi nei panni del figlio o della figlia e dare legittimità all’intensità e alla pervasività dei loro sentimenti. Al contempo è importante considerare che il contesto sociale e relazionale è molto cambiato rispetto a qualche decina di anni fa: è mutata la cultura affettiva familiare nella direzione di un maggior investimento dei genitori nei confronti dei figli e conseguentemente il conflitto tra genitori e figli si è molto mitigato; sono venute a mancare le censure e i divieti relativi alla sessualità; c’è una costante esposizione a contenuti sessualizzati fin dalla tenera età e l’accesso alla pornografia è molto facilitato e precoce; le relazioni si sviluppano molto su canali social e piattaforme. Questi cambiamenti, insieme alla consapevolezza che le esperienze possono essere molto diverse e che ciascuno le vive a modo suo, suggeriscono prudenza ai genitori nel raffrontare tout court la loro esperienza con quella di figli e figlie. La cosa importante è rimanere connessi con il ricordo dell’intensità di quelle emozioni.

Riconoscere il valore di quello che i figli stanno vivendo

Rimanere in contatto con tali ricordi, può aiutare il genitore a non banalizzare l’esperienza sentimentale dell’adolescente. Benché i ragazzi e le ragazze possano mostrare indifferenza o fastidio quando il genitore esprime il proprio punto di vista, il suo sguardo definisce ancora un orizzonte da cui l’adolescente attinge per definirsi e determinare il suo valore. Questo non significa che il genitore non possa esternare le sue opinioni, tuttavia è bene che nell’esprimerle non trascuri di riconoscere l’importanza delle relazioni che il ragazzo o la ragazza sta vivendo, magari liquidandole con considerazioni del tipo: “Tra due anni non ti ricorderai neanche come si chiama”, “Non ti crucciare che ne troverai altri cento”, eccetera.

È molto più utile invece supportare l’adolescente facendo sentire che si è dalla sua parte, comunicando i propri pensieri, su richiesta o in base alle proprie osservazioni, e soprattutto garantendo vicinanza emotiva.

Mantenere la fiducia

Il disinvestimento affettivo degli adolescenti nei confronti dei genitori è fisiologico e risponde al bisogno evolutivo di poter e dover cercare fuori dalla famiglia nuove fonti di amore e di relazione; è necessario che si venga a creare una distanza emotiva da ciò che si è conosciuto fino a quel momento per avere la spinta necessaria a diventare protagonisti di una storia d’amore diversa da quella vissuta con i propri genitori. Tuttavia è proprio dal modo di dare e ricevere amore che l’adolescente ha sperimentato nella relazione con i genitori che attingerà nel costruire le sue relazioni di coppia. In questo senso i genitori possono mantenere la fiducia verso il figlio o la figlia che stanno definendo la loro personale maniera di amare a partire dal ricordo di come sono stati amati e come hanno amato i loro genitori.

Preservare i confini

Uno dei compiti evolutivi che caratterizzano l’adolescenza è la conclusione del processo di separazione-individuazione, che possiamo sinteticamente definire come la capacità di rendersi indipendente dai propri genitori, non solo sul piano intellettuale, ma anche su quello affettivo e di iniziare a pensarsi in modo indipendente da come si viene da loro pensati.

L’esperienza dello stare in coppia, così come nelle relazioni amicali, contribuisce al superamento di questa cruciale tappa evolutiva. Per definirsi come persona indipendente dai genitori, l’adolescente ha necessità di mettersi alla prova lontano dal loro sguardo comprensivo e accudente, di sperimentare cosa riesce a fare da solo e di capire come lo vuole fare.

Perché questo possa avvenire è necessario che i genitori mantengano confini chiari tra la dimensione della famiglia d’origine e la coppia adolescenziale, evitando di intromettersi nell’intimità sentimentale e fisica dei figli, mantenendo la linea di demarcazione del pudore e del mistero. Se è opportuno che i genitori si astengano dal chiedere al figlio o alla figlia dettagli sulle loro relazioni sentimentali, non necessariamente deve venir meno il dialogo, anzi. A questa età è possibile, e allettante, avviare un confronto sul tema dell’amore in termini generali, su cosa significhi amare e essere amati, con la consapevolezza che le risposte che il figlio o la figlia si sta costruendo saranno molto probabilmente diverse da quelle dei genitori.

Tenere gli occhi aperti per cogliere eventuali segnali di malessere

Vale la pena precisare che il suggerimento di mantenere una certa distanza, non significa che il genitore debba smettere di osservare il figlio o la figlia e di occuparsi del suo benessere. È opportuno invece mantenere gli occhi aperti per cogliere eventuali segnali di una relazione non positiva, in particolare per situazioni di eccessivo isolamento e/o comportamenti di controllo nella coppia.

Riprendersi il proprio tempo

Il maggior investimento degli adolescenti fuori dalla famiglia ha come ricaduta positiva che i genitori hanno più tempo a disposizione. Questo rappresenta una splendida occasione per riorganizzarsi ritrovando quegli spazi personali e di coppia che erano stati ridimensionati per dare risposta ai bisogni di figli e figlie.

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